La Chiesa Parrocchiale dell'Assunta

 Chiesa Parrocchiale dell'Assunta di Valtorta Di notevole interesse è la chiesa parrocchiale dedicata all’Assunzione di Maria. L’edificio, costruito tra il 1898 e il1904 per iniziativa del parroco don Stefano Gervasoni, inglobò quello precedente, citato già nel 1230. Consacrata dal vescovo di Bergamo Radini Tedeschi in occasione della sua visita pastorale il 21 luglio 1907, la chiesa è a tre navate e presenta linee architettoniche di ispirazione neo rinascimentale.Tra le opere d’arte che vi sono conservate, due pregevoli polittici di epoca rinascimentale, uno dei quali in origine era nella chiesa della Torre; una Madonna e Santa Caterina (donata da Antonio Busi nel 1647), una Madonna del Rosario (dono di Simone Busi nel1648) e una splendida Madonna surame, dello stesso periodo, opera di Pietro Mera, che fu ammirata dal cardinal Cesare Monti, arcivescovo di Milano nella sua visita pastorale del1643. Tra le sculture, di rilievo il vecchio altar maggiore in legno intagliato e dorato del Seicento ed un altro altare, pure in legno dorato della stessa epoca e inoltre una statua di Santa Margheritadel XVII secolo. Pregevole è il pulpito, in legno di noce intarsiato e intagliato, costruito all’inizio del Settecento da Francesco Civaticon interventi di Marc Aurelio Bianchi per gli intagli e Pietro Busi per gli intarsi. Notevole è anche il confessionale per donne, realizzato tra il 1733 e il1735 da Giuseppe Regazzoni “Qua-terlegn” e Giacomo Regazzoni “Cazulo”. Nella sagrestia si può ammirare il bel credenzone in noce, intarsiato e intagliato, realizzato all’inizio del Settecento da Pietro Busi con interventi di Antonio e Ambrogio Rovelli. Dell’antica chiesa, che nel 1566 era stata visitata da visitata da San Carlo Borromeo, rimane oggi solo il vano dell’abside, adibito a sagrestia. La parete esterna di tale abside è decorata da due affreschi, ben conservati e restaurati nel 1985 a spese del comune; nel registro superiore è dipinto il Leone di San Marco, in quello inferiore appare un Sant’Antonio Abate benedicente entro una cornice architettonica. Separano i due registri gli stemmi dei committenti con relativi cartigli: a sinistra quello dei Regazzoni, con l’indicazione che la spesa fu sostenuta dal vicario Lorenzo Regazzoni di Rota nell’anno 1561; a destra quello degli Annovazzi, al cui casato apparteneva quel Giovanni del Grassoche l’iscrizione indica come il committente della figura di Sant’Antonio. Sulla stessa parete è dipinta un’Annunciazione, di cui sono visibili alcuni assaggi effettuati all’epoca del restauro degli altri due soggetti; in origine era un affresco interno, trovandosi sulla parete sopra l’arco che separa la navata dal presbiterio.

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