Valtorta un paese per viverci a misura d'uomo

Valtorta Paese d’alta montagna ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, Valtorta è crocevia di millenarie vicende storiche intrecciatesi tra i confini di Milano, Venezia e dei Grigioni. Valtorta, un paese per viverci, e viverci a misura d’uomo, dove la bellezza è nelle pietre ben curate, nelle case ben tenute con balconi fioriti, nelle verdi vallate di grande interesse naturalistico e nei boschi silenziosi e di alti pascoli che consentono una tradizione casearia di nicchia e, d’inverno, una stagione sciistica ampliatasi nel comprensorio Valtorta-Piani di Bobbio. Valtorta un paese dove l’attenzione per l’arte non si limita aconservare il patrimonio di edifici storici, di tele e affreschi che lungo i secoli hanno abbellito chiese e cappelle, ma continua con l’acquisizione di capolavori del nostro tempo, come i due tondi in bronzo, originali per le medaglie con l’effigie di Papa Giovanni XXIII da un lato e dall’altro un ramo d’olivo con il motto Oboedientia et Pax, augurio di servizio vicendevole e di pace. Un paese per viverci, e viverci bene, non può che amare le radici di un passato che dà vita più intensa al presente e a un futuro di progressoche sia prima umano e culturale e, di conseguenza, anche economico, scientifico e tecnologico. Da questo amore, da questa passione è nato l’Ecomuseo e il Museo Etnografico di Valtorta, con la collaborazione di tutti gli abitanti del paese e del territorio circostante dell’Alta Valle Brembana. Di grande interesse anche il maglio-mulino, le fucine e laminiera, che si trovano nell’oasi naturalistica del Bolgià, e la segheria idraulica didattica, splendido esempio di ricupero funzionale di un’antica tradizione. Una visita al Museo, ordinato su tre piani, apre losguardo e la mente su secoli di vita e di storia di Valtorta, come emblema di un’intera alta valle. Per i giovani e le scolaresche, ma non solo, una efficace, rapida e indimenticabile lezione di storia per capire chi siamo, da dove veniamo e quindi trovare forza, idee e ideali per un domani sempre migliore.

Pietro Busi Sindaco di Valtorta

Valtorta, una storia millenaria

Valtorta I primi documenti scritti e le prime testimonianze relativi all’Alta Valle Brembana risalgono al XII-XIll secolo. A quei tempi Valtorta, la Valle Averara e la Val Taleggio erano feudi dell’arcivescovado di Milano, mentre la Val Fondra dipendeva dal vescovo di Bergamo e dai monasteri di Astino e Pontida. L’interesse verso queste lontane pIaghe montane era determinato soprattutto dall’esistenza di miniere di ferro documentate a Valtorta dal 1223 e a Cambrembo di Valleve fin dal 1107. Ma una notevole importanza ricoprivano anche gli alpeggi, pure citati in diverse pergamene del XIII secolo. L’avvento dei Visconti (1331) e successivamente della Repubblica di Venezia (1428) fu caratterizzato da lunghi periodi di instabilità, ma non impedì alla popolazione dell’Alta Valle dimantenere viva la propria spiccata identità e di godere di vasti spazi di autonomia. Così sia Valtorta che la Val Averara e l’Oltre Goggia furono sedi di Vicariati autonomi, dotati di propri Statuti che per secoli, fino al tramonto di Venezia, regolarono la vita civile delle varie comunità. Da evidenziare il fatto che il Museo Etnografico Alta Valle Brembana abbia sede proprio nella casa della pretura, l’antica residenza del Vicario di Valtorta che rappresentava il potere centrale e amministrava la giustizia civile epenale secondo quanto previsto dagli Statuti. Al lungo periodo veneziano, seguirono poi le dominazioni francese (1797-1814) e austriaca (1815-1859) che segnarono il tramonto delle autonomie e anche l’inizio del declino delleattività minerarie. Rimasero invece sempre vivi l’allevamento e l’attività casearia, ancora oggi fiore all’occhiello dell’economia dell’Alta Valle Brembana. Un’economia colpita sì pesantemente dalla crisi generale della montagna, ma che ha resistito fino ai nostri giorni e vede oggi tutti uniti nel tentativo di rilancio delle attività tradizionali, unitamente alla valorizzazione di quei beni ambientali, storici e culturali che la nostra millenaria storia ci ha lasciato in eredità.

IL PAESE, LE CONTRADE, LE ATTIVITÀ ECONOMICHE
L’ufficio turistico accoglie il visitatore all’ingresso del paese, di fronte allaTorre dell’orologio, dove parte la strada che sale ai Piani di Ceresola. L’ufficio è ubicato in un piccolo fabbricato turistico tradizionale, ristrutturato dal Comune mantenendone le caratteristiche originarie e sistemato all’interno. Al piano terreno si trova l’ufficio informazioni con la presenza di personale qualificato. Dall’ufficio si accede con una scaletta interna al piano superiore adattato a sala esposizioni che può essere accessibile indipendentemente da una porta che dà su una scaletta esterna al fabbricato. L’ufficio turistico è il punto di partenza consigliato per chi vuol conoscere e apprezzare pienamente il patrimonio storico, culrurale, artistico e ambientale di Valtorta. Malgrado non sia rimasta indenne dai fenomeni dell’emigrazione e dello spopolamento, Valtorta conserva tutte le caratteristiche di un paese vivo e aperto al futuro, in grado di offrire ai suoi cittadini i servizi di base indispensabili. La popolazione è sparsa in diverse contrade, distribuite tra il fondo valle e le pendici dei monti: il centro storico di Valtorta (dove sono situati il municipio e la chiesa parrocchiale), Rava, Fornonuovo, Piani, Ceresola, Costa, Cantello, Grasso, Scasletto. Non è mancato negli ultimi decenni un discreto sviluppo edilizio, senza per altro che esso sia andato a stravolgere le caratteristiche ambientali e architettoniche dei luoghi, grazie anche a un’attenta politica di tutela storica e paesaggistica. Consistente è il pendolarismo verso i cantieri e le fabbriche del fondo valle. In termini di occupazione, nulla purtroppo è rimasto dell’antica vocazionealla lavorazione del ferro che nell’Ottocento si esercitava in tre grandi fucine e ventotto chiodarole (gli abitanti di Valtorta sono ancora oggi soprannominati i ciodaröi).

Frazioni di Valtorta

Tuttavia il paese conserva una sua struttura economica, basata anzitutto sull’allevamentoe sull’attività casearia. Una tradizione che viene da lontano, se si pensa che nella sua Descrizione della Bergamasca del 1596 il rettore veneto Da Lezze segnalava la presenza sui pascoli di Valtorta di 600 vacche e 500 pecore. Là dove non poteva più arrivare il singolo allevatore, a mantenere viva questa tradizione ecco venire in soccorso l’associazionismo. Del 1956 è la nascita della latteria sociale da parte del Gruppo Piccoli Allevatori. L’introduzione di sempre più moderne attrezzature meccaniche, la ristrutturazione di stalle e alpeggi, il miglioramento qualitativo del bestiame sono i fattori che hanno consentito di dar vita a una zootecnia efficiente e competitiva in cui, sorprendentemente, trovano garanzia di lavoro e di vita dignitosa anche molti giovani. Sul finire degli anni Ottanta è poi entrato in funzione il nuovo caseificio sociale dal quale escono formaggi che costituiscono un vero piacere della tavola, frutto di un’arte casearia che affonda le sue radici in secoli di cultura contadina. Parliamo in primo luogo del Formai de Mut Dop, cui nel 1985 è stata riconosciuta la “denominazione di origine controllata”. Un formaggio dal profumo e dall’aroma davvero unici, in particolare per quanto riguarda la produzione estiva, effettuata a Valtorta nei quattro alpeggi di Camisolo, Ceresola, Radice e Stavello. L’altro prodotto tipico di Valtorta è l’agrì, un formaggio prodotto con latte intero di vacca o di capra appena munto, a pasta cruda, fresco, un vero e proprio “endemismo” caseario della tradizione zootecnica locale che continua con i metodi antichi alla Latteria cooperativa. E a proposito di tradizioni, ricordiamone anche una di tipo gastronomico. Oltre che per i suoi formaggie funghi, Valtorta è nota per le frittelle di formaggio con la birra, accompagnate dalle dolci patate del luogo. E sempre per quanto riguarda la zootecnia, ricordiamo anche la mostra bovina che si tiene ogni anno a settembre, al termine della stagione dell’alpeggio e che rappresenta, al di là delle enormi difficoltà, una delle testimonianze più significative della vitalità di questo settore. Prospettive interessanti sul piano occupazionale sono poi quelle che si sono aperte con lo sviluppo del centrosciistico di Valtorta - Piani di Bobbio e con il decollo del progetto che mira a fare del borgo un museo a cielo aperto comprendente tutte le molteplici attrattive storico, artistiche e ambientali.

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Valtorta Neve Le Santelle di Valtorta Mini Olimpiadi di Valtorta Carnevale Ambrosiano di Valtorta Museo Etnografico Il Borgo di Ceresola

Info

La Valle Stabina al confine con la Valtellina e la Valsassina: il carnevale ambrosiano, le Olimpiadi scolastiche, il Museo etnografico, i mulini e i sapori tipici.

Contatti

Ecomuseo c/o Comune di Valtorta

Indirizzo: Via Roma 5, Valtorta (BG)
Telefono: 0345 87713
E-mail: info@comune.valtorta.bg.it